La Franca è, attualmente, grazie agli sforzi di musicisti e di associazioni private, uno dei paesi più attivi nell'ambito delle musiche che con eccesso di genericità si definiscono "creative".

Per quanto non sempre le proposte musicali siano di qualità eccellente, vale comunque la pena di menzionare alcune fra le produzioni discografiche più significative.

La Fibrr Records, filiazione dell'associazione Apo 33, con sede a Nantes, ha pubblicato nel 2001 due importanti CD. In un CD registrato dal vivo in Olanda nel 2000, il quartetto Formanex (formato da Anthony Talliard, Christophe Havard, Julien Ottavi e Emmanuel Leduc) offre originali interpretazioni delle partiture grafiche del Treatise di Cornelius Cardew, compositore al centro di una singolare (ma al tempo stesso tardiva) attenzione discografica recente: dopo i sodali dell'AMM, è toccato in sorte ai Sonic Youth in "Goodbye 20th Century" (SYR 4) e a un gruppo di musicisti fra i quali Jim 'O Rourke, Guillermo Gregorio e Fred Lonberg-Holm radunati dalla Hat Art (HAT 122) realizzare la "propria" versione delle partiture aperte dell'inglese. La ricerca dei francesi vira verso la decontestualizzazione e la metamorfosi timbrica di chitarre e percussioni integrate con l'elettronica. Scuotimenti metallici, iterazioni ossessive e rumorismi percussivi delineano quadri sonori di ardua decifrazione da cui emana un'indubbia fascinazione; non sempre, tuttavia, viene evitato il rischio di una cripticità autoreferenziale, che comunque non risulta gratuitamente caotica né monotona. I rari istanti in cui si ascoltano spunti più o meno decifrabili si devono a brevi puntuazioni sassofonistiche, che a fatica affiorano dal coacervo elettroacustico.

L'altra uscita nantaise vede coinvolto un nome storico dell'improvvisazione, negli ultimi anni tornato alla ribalta discografica, come Keith Rowe, insieme a Jean Chevalier, Christophe Havard e Julien Ottavi nel gruppo [N:Q]. Registrato dal vivo, il CD alterna inserti rumoristici a drones sospesi a mezz'aria. Avvolta tra spire elettroniche, la chitarra sdraiata e "auscultata" da Rowe disegna paesaggi sonori ora disadorni ora sovrabbondanti di colori. Da questo incontro scaturiscono oltre sessanta minuti di estenuazione, ora decisamente solipsistica, ora piuttosto conturbante, che esigono un ascolto molto attento, senza però appagare del tutto gli sforzi richiesti.